L’importanza dell’igiene per ridurre il rischio di infezioni nell’ortocheratologia ed in generale durante l’uso di tutte le lenti a contatto
Una delle questioni che ritengo più importante e che con maggior forza e determinazione cerco, durante la mia pratica contattologica, di trasmettere ai miei portatori di lenti a contatto ad uso diurno o di lenti per ortocheratologia notturna ed ai genitori dei più giovani portatori di lenti a contatto o di lenti per ortocheratologia, in particolare in età pediatrica per il controllo della progressione della miopia, è la rigorosità ed il rispetto assoluto delle norme di utilizzo e igieniche relative alla pulizia ed alla manutenzione delle proprie lenti a contatto normali o lenti a contatto per ortocheratologia.
A sostegno dei miei impegni e dei miei sforzi divulgativi, anche su questo critico e fondamentale argomento, chiamo in causa la scienza tramite il suo mezzo più attendibile e rigoroso per dimostrare la corrispondenza di qualsiasi affermazione clinica e scientifica: “le pubblicazioni scientifiche”.
Vi è infatti uno studio condotto da Wong V.W. et al. nel 2011 pubblicato sulla rivista “Cornea” dal titolo “Pediatric ocular surface infections: a 5-year review of demographics, clinical features, risk factors, microbiological results, and treatment”, che si è posto come scopo di valutare i profili clinici e microbiologici di pazienti pediatrici con infezioni della superficie oculare ai quali è stata necessaria effettuare raschiatura corneale o tampone congiuntivale per eseguire la diagnosi.
I ricercatori hanno valutato e studiato, per un periodo superiore a 5 anni, le cartelle cliniche di 138 pazienti di età inferiore a 18 anni che avevano subito raschiamento corneale o tampone congiuntivale per la diagnosi di infezione della superficie oculare. Sono stati registrati i dati demografici, le caratteristiche cliniche, i fattori di rischio, i risultati microbiologici ed il trattamento farmacologico instaurato per la terapia dell’ infezione oculare riscontrata.
Le infezioni della superficie oculare sono state classificate in quattro gruppi: cheratite infettiva (gruppo 1); blefarocheratite e blefarocongiuntivite (gruppo 2); congiuntivite (gruppo 3) e ostruzione del canale naso lacrimale congenita o dacriocistiti (gruppo 4). L'uso delle lenti a contatto associato alla presenza contestuale di blefarite (la blefarite è un'infiammazione delle palpebre, che si distingue per la comparsa di crosticine, squame ed ulcere irritative lungo il margine palpebrale) è risultato essere il principale fattore di rischio di infezione. Il tasso di positività relativo alla presenza di microrganismi patogeni è stata del 60,9%, di cui il 65,5% sono risultati organismi Gram-Positivi ed il 23,2% Gram-Negativi, seguiti da Pseudomonas Aeruginosa (9,4%) e Staphylococcus Aureus (8,0%). La presenza microbica patogena era più alta nel gruppo 1-cheratiti infettive (86%) e più bassa nel gruppo 3-congiuntiviti (38,6%). Tra tutti i casi analizzati e classificati da questo studio ci sono stati 9 casi di portatori di lenti a contatto per ortocheratologia legati a cheratite infettiva.
Lo studio di Wong, a cui ho fatto principale riferimento in questo mio articolo, conclude affermando che: con la crescita dell'uso di lenti a contatto nella popolazione pediatrica e adolescenziale associata all'alta frequenza riscontrata di blefarocongiuntiviti e le conseguenti infezioni della superficie oculare da stafilococco, i genitori ed i loro figli devono mantenere alta la vigilanza relativa all'igiene delle palpebre ed alla corretta pulizia e manutenzione delle lenti a contatto.
Mi sento di aggiungere un concetto, che ritengo altrettanto fondamentale, già più volte espresso e ripetuto in altri miei articoli, relativo ad un altro fattore determinante per la sicurezza anche a lungo termine dell’uso delle lenti a contatto per ortocheratologia come per tutte le altre tipologie di lenti a contatto, ovvero che il rispetto del calendario delle visite programmate dal medico oculista (oftalmologo) e dall’optometrista applicatore delle lenti a contatto è di assoluta e prioritaria importanza, in quanto solo il medico oculista (oftalmologo) può riconoscere e diagnosticare le patologie oculari e tempestivamente intervenire nei casi in cui risulti necessaria una terapia in presenza di patologie comprese le complicanze di natura infettiva trattate in questo articolo e soltanto l’optometrista applicatore di lenti a contatto può gestire, monitorare e modificare il corretto fitting di una lente a contatto al fine di non produrre complicanze meccaniche geometricamente connesse all’interazione tra superficie oculare e lenti a contatto o complicanze di natura metabolica relative al non corretto e sufficiente apporto di ossigeno alla cornea durante l’uso delle lenti a contatto di giorno o di lenti per ortocheratologia di notte anch’esso correlato ad aspetti chimico fisici del materiale selezionato per la costruzione delle lenti a contatto in questione. Inoltre la frequenza dei controlli, presso l’optometrista applicatore di lenti a contatto, può permettere al paziente di essere inviato con tempestività dall’oculista in caso di necessario intervento medico prima ancora dell’instaurarsi dei sintomi.
Possiamo quindi affermare, ancora più convintamente e supportati dalla letteratura scientifica, che l’igiene palpebrale ricopre un ruolo fondamentale nella riduzione del rischio di contrarre infezioni della superficie oculare, anche nei portatori di lenti a contatto normali o lenti a contatto per ortocheratologia.
Suggerisco vivamente quindi di curare con attenzione la pulizia del viso e della cute esterna degli occhi, lavandoli con detergenti specifici, idonei ed adatti alla pulizia delle palpebre, raccomando inoltre di utilizzare specifiche salviette detergenti indicate per la cura igienica delle palpebre esterne.
In presenza di queste responsabili accortezze ed il rigoroso rispetto del calendario delle visite di controllo dal vostro medico oculista e dal vostro optometrista, ognuno per le sue specifiche e differenti competenze relative sopra sinteticamente descritte, potrete considerare l’uso delle lenti a contatto ad uso diurno e della lenti a contatto per ortocheratologia notturna una pratica sicura anche lungo termine.