Sicurezza ed efficacia dell’ortocheratologia
10 anni di analisi retrospettiva
La comunità scientifica, in particolare i professionisti dell’Eye Care, si interroga sugli equilibri tra i rischi-benefici che l’ortocheratologia notturna può rappresentare quando proposta in giovane età per la correzione della miopia ed il contestuale controllo della progressione miopica.
Ciò di cui sentiamo il bisogno tutti, professionisti del settore e utenti, sono conferme e certezze serie e concrete sull’efficacia e la sicurezza di questa modalità correttiva della miopia, attraverso speciali lenti a contatto rigide che si indossano la notte prima di coricarsi e si rimuovono la mattina al risveglio e che consentono di vedere bene per tutta la giornata senza occhiali da vista e senza indossare lenti a contatto.
Queste informazioni, per essere ritenute “serie” ed “affidabili”, possono essere attinte soltanto dalla letteratura scientifica, unica vera fonte delle attuali conoscenze ed evidenze dimostrate e dimostrabili.
Pertanto vi riportiamo un lavoro condotto da cinque ricercatori Giapponesi Hiraoka T., Sekine Y., Okamoto F., Mihashi T., Oshika T. e pubblicato sulla rivista “Ophthalmic & Phisiological Optics” dal titolo:
“Safety and efficacy following 10-years of overnight orthokeratology for myopia control.”
Lo scopo di questa ricerca è stato confrontare i tassi di progressione della miopia e l’incidenza di eventi avversi tra portatori di lenti per ortocheratologia (ortho-k) e portatori di lenti a contatto morbide, per un periodo di 10 anni in pazienti in età scolare (≤ 16 anni di età).
Le cartelle cliniche dei pazienti che hanno iniziato l’ortocheratologia per la correzione della miopia e hanno continuato il trattamento per 10 anni sono state sottoposte a revisione retrospettiva. Per il gruppo di controllo, sono stati esaminati pazienti che hanno iniziato a utilizzare lenti a contatto morbide per la correzione della miopia e hanno continuato a utilizzarle per 10 anni. Sono stati registrati dati clinici, tra cui sesso, età, refrazione manifesta, acuità visiva, potere correttivo delle lenti a contatto ed eventi avversi durante il periodo di 10 anni. La progressione miopica è stata stimata calcolando la somma dei "cambiamenti del potere correttivo della lente a contatto durante i 10 anni" e degli "errori di refrazione residui alla visita finale a 10 anni", entrambi questi dati sono stati messi a confronto tra i due gruppi.
Altro aspetto che va evidenziato con particolare enfasi ed entusiasmo è quello relativo al confronto del tasso d’incidenza di eventi avversi tra i due gruppi durante il periodo di studio di 10 anni.
Il campione che ha soddisfatto i criteri d’inclusione per lo studio retrospettivo era così composto: 104 occhi di 53 pazienti sottoposti a trattamento ortocheratologico (ortho-K) e 78 occhi di 39 pazienti portatori di lenti a contatto morbide.
La progressione miopica stimata nel periodo di 10 anni riscontrata nei due gruppi “ortocheratologia” e “lenti a contatto morbide” era rispettivamente di -1.26 ± 0.98 (ortho-k) e -1.79 ± 1.24 (lenti morbide) giorni; questa differenza è risultata statisticamente significativa (p = 0,001). Inoltre, la progressione miopica più bassa è stata trovata nel gruppo di pazienti sottoposti ad ortocheratologia a confronto del gruppo di portatori di lenti a contatto morbide a tutte le età esaminate nella ricerca (p = 0,003 a p = 0,049) tranne a 16 anni (p = 0,41).
Straordinariamente interessante il dato inerente al confronto tra i due gruppi sull’incidenza degli eventi avversi, i ricercatori affermano a tal proposito: “Nessuna differenza significativa è stata trovata nel numero di eventi avversi riscontrati tra i gruppi ortho-k (119) e lenti a contatto morbide (103) (p = 0,72).
Possiamo quindi affermare, sottoscrivendo le conclusioni del lavoro di Hiraoka et al. che dai risultati di questo studio viene supportata, aggiungerei per l’ennesima volta, l'efficacia a lungo termine e la sicurezza della lenti a contatto per ortocheratologia notturna nel ridurre la progressione della miopia negli scolari.
Come sempre colgo l’occasione per ricordare che il fondamento delle mie convinzioni, relative alla sicurezza della pratica ortocheratologica, si fonda su:
- Cogestione del paziente tra optometrista e oculista ognuno per le sue competenze relative.
- Rispetto rigoroso del calendario delle visite di controllo (follow up).
- Addestramento e verifica serrata delle norme sulla manutenzione e gestione delle lenti a contatto.
- Altrettanta maniacale cura dell’igiene personale compressi annessi oculari (igiene palpebrale).
- Tempestivo intervento da parte dello specialista in caso di segni o sintomi anomali (dolori, bruciori, occhio rosso, fotofobia, lacrimazione intensa ecc. ecc.).