22 ott 2018

Livelli di compliance in ortocheratologia

Come più volte ho affermato nei miei articoli ed esattamente nel modo in cui, nella mia pratica contattologica quotidiana, evidenzio in forme chiare ed altrettanto categoriche, il rispetto delle regole igieniche personali (pulizia delle mani, del viso e delle palpebre), delle cure relative alla pulizia e manutenzione delle lenti a contatto e di tutti gli accessori (es. contenitori e ventose), la corretta tecnica di applicazione e rimozione delle lenti stesse, al fine di non indurre danni alla superficie oculare attraverso manovre maldestre, ed il puntuale rispetto delle visite di controllo programmate o il tempestivo contatto in caso di segni o sintomi, che debbono saper essere riconosciuti dai portatori di lenti a contatto, con l’oculista e con l’optometrista, ognuno per le diverse competenze relative, rappresentano le fondamenta di quella complessa impalcatura comportamentale che concorre al contenimento dei rischi di contrarre infezioni oculari, anche gravi, connesse all’utilizzo di lenti a contatto [1].

Risulterebbe pertanto opportuno chiederci che livello di compliance abbiamo in ortocheratologia e per risponderci ho trovato un interessante articolo, seppur condotto in aree geografiche e contesti socio-economici parzialmente differenti dai nostri, dal titolo “Level of Compliance in Orthokeratology” pubblicato a settembre 2018 sulla rivista scientifica Eye Contact Lens.

Gli autori dello studio hanno valutato le risposte date ad un questionario inviato ai pazienti dell'Ospedale oculistico dell'Università medica di Wenzhou (EHWMU), della Cina continentale, a cui sono state prescritte ed applicate lenti per ortocheratologia da gennaio 2013 e che hanno indossato le lenti ortho-k per più di un anno, al fine di determinare il tasso di conformità relativo ad otto comportamenti sull’utilizzo e la manutenzione delle lenti ortocheratologiche, anche il rispetto del calendario delle visite di follow-up è stato
esaminato tramite un sondaggio retrospettivo.

Sono stati distribuiti un totale di 1500 questionari, 405 pazienti hanno risposto completando il sondaggio nella sua interezza. L'età media dei pazienti era di 13,1 ± 3,9 anni (range 9-22 anni); Il 60,5% dei pazienti era di sesso femminile e il 98,3% aveva meno di 18 anni. Dalle risposte si è evinto un tasso di conformità completo, riconducibile a piena corretta compliance, del 14,1%, il tasso di conformità relativo alla manipolazione e manutenzione delle lenti ortho-k è risultato del 18,5% e il tasso di conformità relativo al
rispetto delle visite di follow-up è stato del 63,3%. Le tre categorie di non conformità più elevate, per i comportamenti di utilizzo e manutenzione delle lenti, sono state l'esposizione a soluzioni non sterili, la non corretta rimozione dei depositi sulle lenti a contatto come da istruzioni impartite dagli applicatori ed il non adeguato lavaggio delle mani. Nessuna correlazione è stata osservata tra la corretta manutenzione e manipolazione delle lenti e l'età, il sesso e gli anni di esperienza con l’uso di lenti a contatto ortocheratologiche. Il livello di ripetto delle visite di follow-up è significativamente diminuito dal terzo al nono mese di utilizzo delle lenti ortho-k, le motivazioni più comuni riportate a giustificazione del mancato rispetto delle visite sono state la mancanza di tempo, l’assenza di sintomatologia riconducibile a fastidio o dolore ed inconvenienti organizzativi occasionali.

Dall’analisi dei risultati, restituiti da questo studio, il livello di compliance dei portatori di lenti per ortocheratologia, nella Cina continentale, non è risultato elevato, il che richiede che gli applicatori di lenti a contatto tengano conto degli specifici comportamenti dei loro pazienti, seguendoli con maggiori premure ed attenzioni, soprattutto sensibilizzandoli ad evitare l’esposizione delle loro lenti ortho-k con soluzioni non sterili. Vi è inoltre il bisogno, in base alle indicazioni di questo studio, di migliorare il rispetto del calendario delle visite di controllo in particolare nei primi nove mesi di uso delle lenti per ortocheratologia. 

Come sempre una serena, concorde e proficua cogestione dei pazienti da parte dei due professionisti dell’eye care (oculista e optometrista), chiamati a seguire i giovani miopi in relazione alla correzione ed al controllo della progressione della miopia con l’applicazione programmata di lenti per ortocheratologia, deve mirare a sensibilizzare alla corretta compliance dei loro pazienti al fine di ridurre, nei limiti del possibile, il rischio di contrarre infezioni.

Bibliografia:

1. [1] Wong VW, Lai TY, Chi SC, Lam DS. Pediatric ocular surface infections: a 5-year review of demographics,
   clinical features, risk factors, microbiological results, and treatment. Cornea. 2011 Sep;30(9):995-1002.